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In occasione della sagra Settembrina, si è svolta sul circuito 
locale la manifestazione ciclistica amatoriale aperta alla consulta nazionale. 
Pochi i concorrenti schierati al via causa la concomitanza di un'altra gara.
 
    
Categoria D-E: dopo la bagarre del primo giro, sono in due a 
prendere il largo: Garaboldi "G.S. Pennelli Cinghiale ( cat.E)" e Marchiorri 
"G.S. Due Torri ( cat.D) ". 
 I 
due di comune accordo mantengono un buon vantaggio sugli inseguitori che non 
riescono ad organizzarsi nell'inseguimento. Diversi i tentativi individuali ma è 
Frigeri "Pennelli Cinghiale" in prima persona a neutralizzare ogni attacco. 
    
Arrivo a due senza sprint, con Garaboldi 
che si aggiudica la corsa e la vittoria di categoria "E" e Marchiorri vince per 
la cat "D". Piazza d'onore per Bodini "G.S. La Perla" cat "D" e Smerieri "G.S. 
Mondini " cat "E" nell'ordine. 
    
Categorie AB-C: Dopo pochi km di corsa è Luca Scandiuzzi "G.S. 
Pennelli Cinghiale"
 a 
selezionare il gruppo; dalla sua azione nasce una fuga a quattro che in poco 
tempo guadagna un buon margine. Cavana "G.S. Mondini", Strullato "G.S. Avesani", 
Vighi "G.S. arredamenti Merlo" insieme a Scandiuzzi formano il quartetto dei 
fuggitivi. 
Ad inseguire rimangono in sei atleti; riportarsi sui primi è un'impresa ardua 
visto il distacco superiore al minuto e il calibro dei fuggitivi.
 Al 
suono della campana per l'ultimo giro, i concorrenti al comando transitano con 
un vantaggio notevole sugli inseguitori ormai tagliati fuori dalla vittoria 
finale. 
    
  
    
  
    
  
    
  
    
  
    
Ai due km , attacco di Marco Cavana che sorprende i compagni di 
fuga. 
    
L'atleta Suzzarese riesce a contenere il ritorno degli avversari 
e si presenta sul traguardo in solitudine vincendo una gara meritata. 
    
 Per 
la categoria "AB" è Scandiuzzi ad imporsi allo sprint su Strullato, mentre 
Davide Veronesi "G.S. Sfrenati", anticipa il gruppetto dei sei inseguitori 
cogliendo il terzo posto "cat C"  dietro 
a Vighi, componente del quartetto in fuga. 
    
  
    
  
    
  
    
  
    
  
    
  
    
  
    
  
      
testo e foto di Roberto Smerieri 
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